Il presidente Doc, Dario Soncina:
"Con il fiatone, ma si va avanti"
Alla fine, la foto che meglio rappresenta Dario
Soncina è questa: in mezzo ai suoi uomini, in un momento
celebrativo - sono pur sempre i festeggiamenti per i primi
vent'anni di attività di Doc Brescia-Bergamo - ma
che di formale non ha nulla. L'aria che lo circonda e che si
respira anche dalla platea, è quella di un consorzio che sul fare
quotidiano è cresciuto fino a diventare il più grande del network
AsConAuto. Ecco le riflessioni del presidente Soncina su un fine
anno senza precedenti.
Possiamo dire che in questo 2020, là dove c'era, è
sicuramente venuta fuori la 'resilienza' di concessionari e
autoriparatori?
È vero. Chi aveva fondamenta solide ha continuato a lavorare, e
nel momento della ripresa si è rimesso in pista più velocemente di
altri. Ma non è bastato. Fino alla terza settimana di ottobre
abbiamo lavorato benissimo, poi il Governo ha ricominciato a
paventare chiusure e blocchi e siamo tornati a misurare giorno per
giorno i cali di volume e non i recuperi.
Gli incentivi all'acquisto hanno aiutato?
Le concessionarie che hanno potuto sfruttare gli incentivi hanno
fatto il balzo e ne beneficeranno ancora per qualche mese (le
fabbriche sono in ritardo con la produzione e, a cascata, anche le
concessionarie si ritrovano con macchine ancora da consegnare).
Finita la raccolta degli incentivi, esaurita l'onda dell'entusiasmo
per le agevolazioni legate alle vetture termiche, siamo punto e a
capo.
Gli incentivi occorrono, perché in una stagione come questa tutto
aiuta, ma occorrono anche interventi strutturali: per esempio,
l'allineamento della gestione dell'iva a livello europeo per le
auto aziendali su cui l'Italia è incredibilmente bloccata da almeno
due decenni. E quindi non resta che insistere sul privato...
Movimenti interni a Doc ne ha registrati?
Dal punto di vista delle basi il consorzio è solido, è robusto, ma
al suo interno sono in corso allineamenti, acquisizioni di
mandato… è un mondo dinamico. Si creano nuovi equilibri che ne
modificano altri da un giorno all'altro, sono operazioni fatte
dietre le quinte e quando emergono di colpo bisogna
adeguarsi.
Pensiamo alla gestione delle placche PSA: ha sconquassato il
sistema distributivo dei ricambi e, nel tempo, stanno venendo alla
luce in alcune zone elementi di difficoltà che impongono di
intervenire. Occorre evolvere e correggere dove serve.
Anche Doc evolve in linea con le nuove sfide? Penso
soprattutto all'elettrico...
Quello di Doc è un cda compatto, affiatato, sempre sul pezzo,
molto attento alle dinamiche del mercato e della concorrenza. Ma
l'elettrico, per rispondere alla sua domanda, è qualcosa che oggi
ci tocca marginalmente perché il circolante è poco, i guasti ancora
meno, la manutenzione meno del meno... I cambiamenti li vedremo nei
prossimi anni, quando il numero delle elettriche in circolazione
sarà più alto e toglierà fatturato all'autoriparazione
tradizionale.
Ci saranno trasformazioni nel modo di concepire il servizio, cose
che adesso nemmeno ci immaginiamo... magari faremo le ricariche di
emergenza a chi capiterà di trovarsi con la batteria scarica dove
non c'è una colonnina. Con la logistica di cui sono dotati i
consorzi e i nostri affiliati, sono ipotizzabili migliaia di punti
di assistenza su tutto il territorio.
Quanto aiuta essere dentro AsConAuto, anche in
considerazione di alcuni servizi validi per tutti i consorzi del
network (ARiA, la App A-Service, la tracciabilità dei
colli...)?
Stare dentro ad AsConAuto vuole dire avere una visione nazionale,
strategica, su temi che solo apparentemente hanno poca importanza a
livello di territorio. Niente può essere lasciato al caso, quello
che sembra marginale può diventare vitale.
Un tema forte? La formazione delle officine sulla gestione di auto
elettriche, elettrificate, ibride (tante non hanno ancora una
persona formata, che possa prendere la macchina e metterla sul
ponte in sicurezza). La formazione AsConAuto Academy va in quella
direzione. Essendo corsi online, abbiamo avuto una adesione
trasversale da consorzi di diverse regioni. Le ultime sessioni sono
andate esaurite e abbiamo una lista di richieste per la fine di
gennaio. Idem il corso sugli Adas: abbiamo inviato una dem prima
delle feste e stiamo ricevendo riscontri.
Come chiuderà Doc questo 2020?
Con una perdita di fatturato tra il 10 e il 15 per cento rispetto
al 2019. Considerando che Brescia e Bergamo sono state epicentro
della pandemia, con tre mesi su dodici dove si è potuto lavorare
poco o nulla, è una perdita contenuta.
Se guarda al 2021?
Molto dipenderà da come il Governo affronterà i prossimi mesi.
Fino adesso, tutto quello che i politici potevano sbagliare hanno
sbagliato, e mi riferisco soprattutto alla chiusura di attività che
non ha portato molto in termini di riduzione del contagio ma invece
ha provocato pesanti ripercussioni negative sull'indotto.
Doc resta un riferimento, non ci attendiamo stravolgimenti né sul
fronte delle concessionarie né su quello degli autoriparatori.
Tutti mantengono le posizioni, con il fiatone ma si va avanti.
Spero che con i vaccini il Governo si sentirà autorizzato a dire
"si riparte", che allenti le misure restrittive (ma non lavandosene
le mani).
Un tempo ci piaceva chiudere l'intervista di fine anno
annunciando le nuove tappe dell'OTP: che cosa si sente di dire agli
affiliati Doc?
Vorremmo tornare ai concorsi premianti, tornare a incentivare gli
autoriparatori fedeli all'originale, ma con una modalità diversa:
sostituire le iniziative di aggregazione che hanno sempre
caratterizzato le nostre campagne, con iniziative promozionali non
di aggregazione ma che diano soddisfazione. L'obiettivo è sempre
quello di premiare la fedeltà di chi è stato ed è vicino a Doc.
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