Mauro Stefani (Danny Group):
“Io al cliente ci tengo"
Sarà che ha deciso di ribattezzare la carrozzeria con il nome
del figlio, ma Mauro Stefani è attentissimo alla
sua reputazione: "Sono anni che lavoro su Danny Group, da
quando era ancora Nuova Carrozzeria Industriale; non voglio
rovinarmi il nome". Siamo andati a trovarlo a Sarezzo (Bs),
trovando una realtà unica proprio a partire dalla
denominazione.
Per arrivare a Danny Group dobbiamo tornare
al lontano...
1982, quando con vent'anni di esperienza mio padre fonda insieme a
un socio Nuova Carrozzeria Industriale, quindi mezzi pesanti. Nel
'99 - avevo 17 anni - inizio a lavorare con papà e ad aprire, piano
piano, alle auto. Le richieste ci sono, prima gli amici, poi il
giro che si allarga finché nel 2007, liquidato il socio di mio
padre, l'attività si sposta sempre più sulle vetture. L'ultimo
passaggio significativo avviene nel 2014, quando nasce mio figlio
Danny e papà va in pensione.
Era da tempo che volevo un po' stravolgere la carrozzeria,
cominciando da un nome - Nuova Carrozzeria Industriale - che
rappresentava solo in minima parte quello che facevo. Mia moglie mi
ha sostenuto ed è nata Danny Group con il suo nuovo logo. E il
mercato si è aperto.
In che senso?
L'attività si è spostata per l'80 per cento sull'auto e in minima
parte i veicoli commerciali e per il 20 non più sui camion (tranne
che di pochi e fidatissimi clienti) ma sulle macchine
utensili.
Nel frattempo abbiamo raddoppiato il personale, che è passato a
otto interni e un artigiano, abbiamo iniziato a seguire corsi per
riparare le macchine ibride ed elettriche, abbiamo inserito tra le
auto sostitutive una 500 Abarth e una Panda allestita per
disabili.
Un segmento di mercato poco affollato...
Prima che nascesse Danny ho fatto per quasi nove anni il
volontario in Croce Bianca e attraverso SOS Automotive, che ci
fornisce le auto sostitutive, sono entrato in contatto con
HandyTech. Avevamo già esperienza con clienti disabili, per i quali
realizziamo allestimenti e installiamo dispositivi su misura, e
HandyTech cercava una collaborazione con un'azienda che fosse in
grado di allestire macchine di proprietà delle persone diversamente
abili, oltre alle auto sostitutive da proporre in noleggio. La
nostra Pandina multiadattata ha cominciato a girare in diverse
città, intercettando associazioni, partecipando a eventi... ci
abbiamo sempre messo la faccia. E da quattro anni siamo Centro
Autorizzato HandyTech, l'unico di Brescia e provincia.
Continua a essere un segmento di nicchia, ma è un business in
crescita che rappresenta già il 20 per cento. Il passaparola
funziona e altre carrozzerie sono diventate nostre clienti.
Com'è il resto del lavoro, anche considerando
l'impatto Covid?
Il Covid è un problema di spese da sostenere e di cui rientriamo
solo parzialmente: tutti i mezzi che entrano in carrozzeria sono
lavati e sanificati con prodotti certificati, gli ambienti sono
trattati con l'ozono... Una persona fa quasi solo questo di
lavoro.
Come attività di carrozzeria, ingressi e fatturato sono in
lieve calo ma possiamo dire che il 2020 si chiude
discretamente.
Puntiamo su un'offerta diversificata. Il cliente percepisce che
siamo in grado di fare tutto, e nel mio elenco quello che gli
interessa davvero - l'officina mobile, per esempio - lo lascio per
ultimo. Se no rischia di dimenticarselo!
Danny Group è affiliato Doc. L'originale è di casa in
Via Patrioti?
Per un buon 80 per cento. Esternamente un non addetto ai lavori
vede una portiera, un paraurti, un faro... Ma il professionista lo
sa che un originale è un originale. Quando lavori con il ricambio
di concorrenza ci perdi le ore per metterlo in dima, adattarlo, e
il risultato non è comunque lo stesso.
Del servizio del consorzio è
soddisfatto?
Abbiamo la doppia consegna, e programmiamo il lavoro - che prima
della pandemia era a un mese, un mese e mezzo e oggi a 15 giorni -
in base all'arrivo dei ricambi.
A me di Doc piace anche la App A-Service, è una bomba, molto
molto molto utile. Penso di essere stato uno dei primi a
utilizzarla, mentre mia moglie, in ufficio, preferisce usare ARiA
stando al computer. Il problema è che non tutti i magazzinieri
viaggiano alla stessa velocità, ma penso che anche quelli meno
pronti si adegueranno presto al nuovo modo di interagire.
In generale essere Doc aiuta, ma ad aprirti la porta deve essere
la concessionaria. Ci sono magazzinieri che passano a bere il caffè
ogni settimana, Massimo, Paolo, Nicola, Giovanni... ma non è così
con tutti.
Che cosa crede che colga il cliente entrando
in Danny Group?
Che tengo a lui. Io non ho voluto nessuna convenzione non per
timore di non essere più padrone in casa mia, e nemmeno per paura
di dover abbassare il livello di qualità (che non avrei permesso a
costo di rimetterci), ma perché il nome è il mio. Io al cliente non
chiedo se la macchina è fatta bene perché è fatta bene, ma chiedo
che cosa gli è piaciuto e che cosa no, dalla consegna al conto...
Ci dicono che siamo educati, che si sentono assistiti e, la cosa
che ci fa più piacere, che siamo fiscali: se diciamo una data è
quella, un prezzo è quello. La nostra parola è una.
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